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Kresimir Buden

Kresimir Buden

Kresimir Buden (2Fast): Tra Street Art, Graffitismo e Sculture Tridimensionali

“Giudicare una corrente senza tenere conto del clima culturale, della concreta personalità dell’artista, dell’ambiente storico in cui un’opera sorge, senza cioè mettere bene a fuoco di volta in volta il nostro occhio, spostando, se occorre, gli angoli visuali, è un errore che non fa comprendere la storicità dell’arte, la sua concretezza.”
Questo per il grande critico d’arte Guido Ballo, ma anche per gli artisti, in special modo quelli che occupano parte del loro progetto creativo nella street art, che, nel periodo più recente, ha preso sempre più spazio nell’arte contemporanea. Tra questi, tra coloro quindi che vedono solcare i mari dell’evoluzione di questo tipo di arte dal Graffitismo, con il quale condivide il contesto urbano quale luogo di azione e molti mezzi espressivi utilizzati Kresimir Buden (Zagabria – 1974). Scultore croato contemporaneo, prese il nome di 2Fast alla fine degli anni ’80 quando divenne uno dei fondatori della scena dei graffiti croata. Dopo aver studiato Arti Applicate e Design, l’artista ha lavorato come grafico e illustratore e i suoi graffiti hanno riempito spazi urbani in tutta la Croazia e anche in alcune parti d’Europa.

La Trasformazione Creativa di [Nome dell’Artista]: Dalla Street Art alle Sculture 3D

Di quest’arte dice sempre che ha trovato una grande fuga verso un mondo creativo, soprattutto per un giovane. Fuga ma anche un modo coraggioso per rendere il nostro mondo più bello e disponibile al pubblico e più tardi, col tempo, stanco di dipingere muri bidimensionali, ha iniziato a creare sculture tridimensionali basate sui suoi pezzi di street art 3D. È stato un lavoro piuttosto impegnativo, perché aveva iniziato qualcosa in cui non aveva approfondito la sua programmazione me, ma anche Ma è stato piuttosto impegnativo per esplorare nuove forme e possibilità sulla forza del suo pensiero: “L’arte è un processo di apprendimento ed esplorazione con il risultato finale: la soddisfazione personale. Se siamo veramente soddisfatti, condividiamo quell’energia con il nostro pubblico” .

L’Evoluzione dell’Arte Urbana: Le Sculture Innovative di Street Art di Kresimir Buden

Kresimir Buden impara costantemente nuove forme, mosse e tecniche, esplorando altri tipi di media e materiali che utilizza per trasferire l’arte di strada su tele, sculture, rilievi, tavole di legno e capafix e negli ultimi 10 anni ha lavorato su un concetto di street art ancorato alla sua caratteristica iconografica di frecce, numeri e lettere. Le sculture Splash It Series sono l’espressione innovativa ed esplosiva della street art tridimensionale immaginata dall’artista, un derivato della produzione dei cosiddetti graffiti classici. Lo identificano, e la sua anima creativa trova la sua esplosione in ogni opera, fatta a mano e unica.

I materiali utilizzati sono resina poliuretanica non combustibile (schizzi) e una bomboletta spray vuota e usata con un tappo reale, sculture ludica, colorata e colma di cultura pop nel descrivere un processo immaginario di scrittura di graffiti quando la vernice colpisce la sua tela.
Le prime sculture simili a Splash sono state create per la una sua mostra personale nel 2013 dove l’artista ha presentato 13 opere/sculture di strada in alcune serie diverse. Alcuni di loro erano la creazione di barattoli che disperdevano forme di colore sul muro. Le reazioni del pubblico furono così sorprendenti che decise di creare una serie di oggetti più veloci da creare, abbastanza piccoli

Le sue creazioni pop in 3D riempiono le più importanti gallerie del mondo.

Collegamenti con Kresimir Buden

1) la street art

Arte di strada o arte urbana:
ll termine è riferito a quelle forme di arte che si manifestano in luoghi pubblici, spesso illegalmente, nelle tecniche più disparate: bombolette spray, adesivi artistici, arte normografica, sculture ecc… La sostanziale differenza tra l’arte di strada e i graffiti si riscontra nella tecnica non per forza vincolata all’uso di vernice spray e al soggetto non obbligatoriamente legato allo studio della lettera, mentre il punto di incontro che spesso fa omologare le due discipline rimane il luogo e alle volte alcune modalità di esecuzione, oltre all’origine mediatica della terminologia (originariamente nota come graffitismo o writing). L’arte urbana non è da confondere con i graffiti perché questi ultimi sono da considerarsi una categoria a sé stante, visualmente e concettualmente differente, facente capo alla cultura hip hop.

Le motivazioni che spingono tantissimi giovani a intraprendere questo percorso non canonico dell’arte possono essere molto varie. Per alcuni è una forma di critica verso la proprietà privata, rivendicando le strade e le piazze; spesso, nell’arte di strada, si fa una contestazione contro la società o contro la politica. Per altri è più semplicemente un modo per esporre liberamente, senza i vincoli di gallerie e musei; quindi una maniera per autopromuoversi e operare in piena autonomia. L’arte di strada offre infatti la possibilità di avere un pubblico potenzialmente vastissimo, spesso molto maggiore di quello di una tradizionale galleria d’arte.

L’Arte Urbana Emergente: Espressione, Comunicazione e Fusione Creativa nel Terzo Millennio

Varie forme d’arte non autorizzate hanno da sempre caratterizzato i muri e gli spazi pubblici delle città, ma da circa tre decenni questi segni espressivi sono notevolmente aumentati di numero, dando vita a qualcosa di effettivamente nuovo, anche mediaticamente. Questo fenomeno socio-culturale ha ormai guadagnato, tramite le sue influenze sulle arti visive e sulla pubblicità, una rilevanza unica sul panorama della creatività contemporanea.
Intorno all’anno 2000, tra Francia, Inghilterra, Spagna, Germania e Italia, si assiste a qualcosa di differente per le strade: numerosi graffitari abbandonano l’etnocentricità del movimento del graffitismo e, proponendo lavori su poster o vernice su muro, manifestano la loro esigenza d’espressione in una tensione costante verso la comunicazione di massa, cercando di ingaggiare un nuovo, più vasto pubblico. I graffitari finiscono così per unirsi e fondersi con diversi creativi di street (artisti, fotografi, poeti), già in polemica sottile o aperta con l’establishment dell’arte.

Banksy: La Rivoluzione dell’Arte Urbana nel Terzo Millennio

Banksy, attivo già a Londra nei primi anni del 2000, attraverso l’allora poco conosciuta pratica della guerrilla art, ha estrapolato e diffuso più di chiunque il concetto di arte in luogo urbano: stencil a spray immediatamente traducibili e trasversali rispetto alla società che comunicano tematiche sociali quali la necessità di libertà d’espressione, il pacifismo, la brutalità della repressione poliziesca, la conformità della morale a regole di sola facciata, l’antiproibizionismo e il rispetto della libertà sessuale e di coscienza.

Gli interventi di Banksy diventarono subito dei fenomeni virali e mediatici anche grazie alla diffusione dei cellulari con videocamere e il sempre più facile accesso a internet. Il suo tipo di arte ha evidenti legami con la pop art, il graffitismo, la controcultura della contestazione artistica (attivismo) e la subcultura punk, ponendosi però in un nuovo livello a cavallo tra comunità sociale e mondo dell’arte, rivolto in modo equo verso gli artisti, verso i fruitori dell’arte e verso i non addetti ai lavori.

Street Art: Dalla Ribellione dei Pionieri alla Rinascita dell’Arte Urbana

Eppure vi è stata una generazione di artisti che ben prima della svolta di numerosi writers verso la street art, operava quasi esclusivamente in strada o utilizzava ampiamente il luogo pubblico per le proprie performance. Outsiders ed eclettici scrivevano sui muri o utilizzavano colla e carta già negli anni ’50 e ’60. La contestazione studentesca tra gli anni ’60 e ’70 ha conosciuto diversi casi artistici degni di nota. Verso gli anni ’80 emerge un nuovo approccio, non necessariamente politico o attivista, ma sempre di più indirizzato verso “art pour l’art”.

La tecnica dello stencil, per esempio, passa di mano: non più soluzione ideale valida per slogan e loghi a sfondo politico o sociale (musica, sport o femminismo) ma tecnica rapida per eseguire i propri disegni; la città adesso viene intesa come una galleria o un palcoscenico gratuito da poter sfruttare e questo avviene in diverse parti del mondo, dove emergono artisti consapevoli e con una grande carica espressiva. Parigi è luogo ideale di sperimentazione: prima con Daniel Buren, Christo, Ernest Pignon-Ernest, Gérard Zlotykamien, poi con artisti come Jeff Aerosol o Blek le Rat. Nelle città della costa orientale degli Stati Uniti operavano artisti come John Fekner, Richard Hambleton, Keith Haring, Jean-Michel Basquiat, proprio negli stessi anni in cui emergeva il fenomeno dei graffiti writing.

Kresimir Buden: 2001

2) Nel 2001 inizia il NuArt Festival, uno dei primi e dei più longevi festival di arte di strada, a cui hanno preso parte moltissimi artisti e curatori da tutto il mondo, si svolge ogni anno a Stavanger in Norvegia.

3) Dal 2012 a Bologna si svolge il festival Frontier, un progetto che prevede la realizzazione di murales di grande formato su muri concessi dai proprietari o dal Comune, che ha visto nel corso degli anni la partecipazione di importanti street artist internazionali, tra cui: Phase 2, Honet, Daim, Does, Eron, Andreco, M-City, HItnes, Cuoghi Corsello[26]

4) Banksy
Banksy è un artista e writer britannico, considerato uno dei maggiori esponenti della street art, la cui vera identità rimane ancora sconosciuta. Le sue opere sono spesso a sfondo satirico e riguardano argomenti come la politica, la cultura e l’etica. Sono noti anche i suoi impegni come attivista, politico e regista.

5) Oggetti comuni, convenzionali come la bomboletta spray usata da Buden come soggeto di un’opera d’arte
Oggetti banali e di uso comune vengono così convertiti in straordinarie opere d’arte dai colori sgargianti che conferiscono unicità e personalità ad ogni ambiente.

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